Patrizia Bonardi

 

Stefano Taccone wrote about “Italian factory”:


Nearly with the style of a videoreporter, Patrizia Bonardi is exploring one of places being the symbol of the severe crisis of Italian capitalism, the big fordist plant, namely Fiat and its historic Mirafiori plant, which was a true emblem of the economic boom of the postwar first decades  – «what is good for FIAT is also good for Italy», this is what Dr.Agnelli used to say – but which was also a true target of the workers’ struggle of that time.


The artist gathers colours, even bright ones, and sounds, even aggressive ones, of people in harsh agony, exhausted and discouraged due to the slow but irreversible erosion of rights – and dignity as well – which generated the “inglorious thirty years”,  opened on 14th October 1980 by the March of Forty Thousand Workers,  when another industrial dispute ended, whose epicenter was still in Mirafiori.

Mirafiori 1980-Mirafiori 2011: a crisis in the major role of Fordism from its very beginning to its end.

Workers cannot even make a trench war, in order to spasmodically defend the existing conditions; alas, the most they can do is counterbalancing pride and survival, with a revolver aimed at their head, like the referendum they are going to vote for.

Flags, banners, placards and meetings are nothing but fetishes helping to exorcize the freezing threat stirring the air, symbolized both by the intermittency of the flashing beacon or by the ominously fluttering Fiat metallic logo. (Translation Ivana Rossi)

Stefano Taccone scrive del video “italian factory”:


Patrizia Bonardi esplora, con un piglio quasi da videoreporter, uno dei luoghi simbolo della grave crisi del capitalismo italiano, la grande fabbrica fordista, ed in particolare la Fiat, vero e proprio marchio-emblema del boom economico dei primi decenni del dopoguerra - «ciò che va bene alla Fiat va bene all'Italia», soleva dire l’avvocato Agnelli -, ma anche vero e proprio marchio-bersaglio delle lotte dei lavoratori di allora, ed il suo storico stabilimento di Mirafiori, raccogliendo i colori, anche vivaci, ed i suoni, anche aggressivi, di un popolo in grave agonia, spossato e sfiduciato dalla lenta ma irreversibile erosione dei diritti – e della dignità – che hanno prodotto i “trent’anni ingloriosi”, aperti il 14 ottobre 1980 dalla Marcia dei quarantamila, con la quale si concluse un’altra vertenza che pure aveva in Mirafiori l’epicentro.

irafiori 1980-Mirafiori 2011: la crisi della centralità della grande fabbrica fordista dal suo incipit al suo compimento. Ai lavoratori non resta neanche più la guerra di trincea, la difesa spasmodica dell’esistente, bensì, ahimé, il baratto tra la l’orgoglio e la sopravvivenza, rappresentato da quella autentica pistola alla tempia che è il referendum che si accingono a votare. Le bandiere, gli striscioni, i cartelli, i comizi sono divengono feticci per esorcizzare la gelida minaccia che aleggia nell’aria, simboleggiata dall’intermittenza di quel segnale di rosso per i pedoni o dello stesso logo metallico della Fiat che vibra sinistramente.

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