Patrizia Bonardi
Patrizia Bonardi
Lo spazio cosmico ... e il “Quasar” dell’italiana Patrizia
Facciamo parte di un ordine cosmico. Non dobbiamo dimenticare che ci troviamo in un luogo e in un tempo delimitati all’interno delle galassie dell’universo, e che interagiamo con il tempo e lo spazio assoluti durante la nostra vita, perché ne siamo una parte organica, temporale, spaziale condivisa. Le teorie della fisica dei quanti hanno mostrato come noi tutti siamo legati al cosmo in maniera sorprendente. Nel 1982, all’università di Parigi avvenne un fatto straordinario: un équipe di ricercatori sotto la direzione del fisico Alain Aspect dimostrò che, in circostanze particolari, delle particelle subatomiche, cioè più piccole di un atomo, erano capaci di comunicare immediatamente le une con le altre indipendentemente dallo spazio che le separava, fossero dieci metri o dieci miliardi di metri. Ogni particella viene a conoscenza di ciò che fanno le altre particelle subatomiche. Questa comunicazione può dunque viaggiare più veloce della luce. Ciò è in contrasto con la teoria di Einstein, secondo la quale nulla può viaggiare più veloce della luce. Ciò significa che anche noi, in un certo modo, possiamo comunicare con tutto ciò che c’è nell’universo. Per gli artisti lo spazio è sempre stato qualcosa di misterioso, e una fertile fonte di ispirazione per la loro fantasia, al punto che si dice che l’artista “mette il piede sulla luna rimanendo sulla terra”. o dell’universo.
... alla fine dell’anno scorso, ad un convegno d’arte in Europa nella città di Essen in Germania, ho visto un’opera dell’artista italiana Patrizia Bonardi. In essa l’immaginazione dell’artista ha rappresentato uno dei corpi celesti più oscuri e lontani delle profondità dell’universo: il quasar. Si tratta di un’opera complessa, che trae ispirazione dalla misteriosità di questo corpo, che assomiglia ad una stella molto brillante. L’artista lo rappresenta con una forma circolare. L’intero disco è occupato da pezzi di bende immersi nella cera d’api. Intorno al disco vi sono parti separate che si trovano ad un livello diverso, ma che sono legate all’orbita del disco: tutto ciò ne suggerisce un movimento senza fine, talmente impetuoso che i suoi margini ne vengono corrosi, nonostante il ripiegamento su se stesso del disco. L’artista indirizza la nostra attenzione al centro della forma evocata, un turbine violento che inghiotte i lembi di stoffa, come fosse un vortice d’acqua che rappresenta o evoca l’energia di una forza di risucchio infinita. Gli studiosi hanno analizzato i quasar attraverso i radar: essi sono lontanissimi nelle profondità dell’universo presente. Gli studiosi sono rimasti sconcertati dall’intensità del loro brillio e dall’enorme energia che sprigionano. Grazie ai loro calcoli hanno scoperto che la luce di un qualsiasi quasar supera da dieci a mille volte la luce di una qualsiasi galassia. Il quasar emette una quantità immensa di energia:uno studio astronomico che ha copiiuto le sue osservazioni attraverso i radar afferma che quando guardiamo un quasar guardiamo indientro nel tempo di circa ottomila milioni di anni.
Fatma Ali
per Akhbar el yom 30 Dicembre 2009
(traduzione dall’arabo di Mara Rossi)