Patrizia Bonardi

Patrizia Bonardi

 

melograno.pomegranate

2015 video 5.10 min

Courtesy

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Il Fastidio - suoni stridenti - umani e non umani.  Una fabbrica fantasma nel deserto, un uomo nero si muove, è un direttore di orchestra che dirige un nulla? Ombre scendono da non luoghi e diventano una sola donna,  all’origine del mondo, quando si danzava in dialogo con le stelle, nel legame con nature desertiche e rigogliose. E’ vita brulicante che ruba un potere che non ha senso e per questo lo getta via nel nulla: la bacchetta del direttore. Il direttore gesticola, rallenta, si spersonalizza, si perde…? La donna diventa sciamana, gli dona vento di rami e il frutto della rinascita: il Melograno.

Microcosmo onirico, suoni ancestrali, frenetica nenia…

 

L’immagine dell’industria abbandonata e dismessa nel deserto e l’uomo che dirige il nulla richiamano immediatamente l’idea che per l’uomo contemporaneo l’alienazione, di marxiana memoria, non sia una realtà lontana, bensì una strettissima attualità. È cambiata solo la forma dell’alienazione, il modo in cui il proprio orizzonte personale e comunitario, il proprio stare al mondo, perde se stesso per scopi disumani. Il direttore del nulla è rapito da se stesso, dalla propria musica interiore che nessuno può ascoltare. Egli sembra caduto dentro se stesso in una condizione di solitudine assoluta. Siamo passati dall’epoca in cui “chi guarda dentro si sveglia” (Jung) all’epoca in cui “guardarsi dentro rende ciechi” (Watzlawick), una forma di cecità e di solitudine ingannevole che fa credere tutto il contrario, di essere svegli e insieme agli altri. Ed invece la solitudine è diventata di massa in una sorta di ossimoro senza soluzione.


                                                                           Milena Gammaitoni e Luigi D’Elia