Patrizia Bonardi
Patrizia Bonardi
2007 book (interview and photos)
2007 libro (interviste e foto)
Forse se uscissimo tutti insieme, frequentemente, andremmo meglio.
Io c’ero 25 anni fa quando si facevano le gite. Chissà magari potrebbe piacere
ancora la gita sociale. I rapporti fra noi non sono male, ma ognuno ha le sue idee.
C’è lo scommettitore, quello che gli piacciono le donne... siamo andati a Lourdes ma era chiuso. Noi marocchini ci sentiamo abbastanza accettati e di solito si scherza e si ride per stupidate e ognuno fa il suo lavoro. Fuori mi vedo con il mio collega
marocchino. La concertazione ci manca... ci sarebbe stata più solidarietà.
Il deterioramento dei rapporti interni si sente perché c’è solo competizione.
Siamo individualità separate che lavorano insieme. 20 anni fa c’era più solidarietà.
Io ho un buon carattere e forse un po’ di sottomissione, ma vado d’accordo con tutti, anche se è la cosa più dura, più del lavoro. Si è tutti interessati a se stessi, non sei ascoltato e poi è già così difficile risolvere i propri problemi. Non credo che si possa cambiare la mentalità con una festicciola. Ci comprendiamo perché sappiamo di essere nella stessa condizione, ma non abbiamo la forza di aiutarci....
Un progetto realizzato con la collaborazione degli operai di una trafileria, ispirato alle parole del sociologo Zygmunt Bauman secondo cui l’unico modo di uscire dalle proprie paure è il dialogo che ci rende consapevoli di essere parte della stessa fragilità.
Parte dell’intervista
Part of the interview
A project carried out with the collaboration of wireworks workers, inspired by the words of the sociologist Zygmunt Bauman, who is convinced that the only way to get over one’s fears is through dialogue, that helps us realize we share the same fragility. (tr.i.r.)
Reciprocal thoughts